Il filtro anticalcare è un elemento molto importante in quanto consente di trattare l’acqua evitando accumulo di calcare, che costituisce la causa numero uno dei guasti per le caldaie, oltre ad un maggior consumo elettrico dell’impianto. Allo stesso modo anche un sistema di addolcimento dell’acqua può raggiungere lo stesso scopo. Facciamo una premessa.
L’acqua è spesso “dura”, nel senso che contiene una certa quantità di ioni calcio e magnesio più eventuali metalli pesanti; questo a causa di sali solubili nell’acqua, in funzione della temperatura cambiano i valori di solubilità, i componenti disciolti chimicamente precipitano e si possono quindi formare incrostazioni, calcare e minerali cristallizzati che vanno ad accumularsi nella sezione interna di un tubo, con le conseguenze che ne derivano. Anche per la salute umana, fare regolarmente uso di acqua con durezza elevata non è una scelta raccomandabile. Come unità di misura vengono usati i gradi francesi (1 °F = 10 mg/l CaCO3, carbonato di calcio). Indicativamente, fino a 7 °F l’acqua si considera molto dolce, oltre i 54 °F molto dura, 14-22 °F è un valore nella media.
L’addolcitore è un sistema collegato alla rete domestica che opera a livello di scambio ionico; tipologia e dimensionamento variano a seconda della quantità d’acqua da trattare e la situazione attuale di durezza. Addolcimento dell’acqua non significa rimozione di tutti i minerali naturali, anzi rimuove solo la “durezza”, quindi calcio e magnesio; risulta un’acqua sicura e sana per il nostro organismo. L’addolcimento consente di risparmiare detergenti, con un lavaggio più efficiente, questo perché viene risparmiata la parte del detergente che dovrebbe contrastare la quantità di calcio e magnesio.
I prezzi sono molto variabili a seconda della tipologia, è comunque possibile rientrare nei casi di detrazione fiscale 50% e 65% essendo in tema risparmio energetico. Le diverse tipologie vanno dal più economico e semplice filtro a rete (30-60 euro), a sistemi come l’addolcitore a serbatoio, quello volumetrico o quello cronometrico (si può arrivare anche oltre i 1000 euro). Un addolcitore in genere, se tenuto nel rispetto dei parametri di temperatura e pressione minimi e massimi nonché la sua manutenzione, può funzionare senza problemi per 20 anni o più.
I filtri anticalcare hanno una funzione simile all’addolcitore, possono risultare utili per qualunque elettrodomestico; ad esempio per le caldaie la formazione di incrostazioni di calcare è la principale causa di malfunzionamento e guasto: se aumenta l’incrostazione all’interno del tubo, l’acqua calda farà più fatica ad uscire perché incontra resistenza e la pressione è troppo bassa; di conseguenza l’acqua calda non esce o arriva ad intermittenza. Vediamo ora le tipologie principali:
un sistema molto semplice, privo di principio attivo; la maglia di filtraggio (dimensione del diametro) può variare a seconda della tipologia richiesta; la manutenzione è priva di difficoltà, occorre un semplice lavaggio. In genere sono molto grossolani quindi non adatti all’uso domestico con acqua potabile, sono efficaci ad esempio per il filtraggio dell’acqua piovana
un sistema più sofisticato del precedente, noto anche come iperfiltrazione, si forza il passaggio delle molecole di solvente da concentrazione maggiore a concentrazione minore (la diffusione spontanea infatti ha verso opposto); questo significa un impiego di energia, un lavoro meccanico che ha lo scopo di annullare l’effetto della pressione osmotica (per questo si parla proprio di osmosi inversa). Le membrane possono avere maglia (diametro) variabile, molto al di sotto del micron (in alcuni casi si arriva al nanometro)
depurano l’acqua tramite un sistema direttamente collegato al rubinetto di casa; avviene il fenomeno fisico-chimico dell’adsorbimento, grazie alla porosità che costituisce una superficie specifica (superficie totale per unità di volume) molto elevata, quindi l’efficienza di un filtro a carboni attivi è elevata. Da precisare però che non sono efficaci per alcune sostanze, come i nitrati e nemmeno i batteri
fanno uso di resine specifiche per eliminare nitrati e ioni metallici presenti nell’acqua
funzionano in modo diverso dai precedenti, non modificano la durezza dell’acqua ma semplicemente trasformano il calcio, che sotto effetto del campo magnetico si trasforma in sali duri di aragonite (minerale costituito da CaCO3) che vengono trattenuti e quindi non si depositano
hanno la funzione di mantenere allo stato liquido gli ioni di calcio e magnesio, grazie all’uso di sali polifosfati avviene quindi una reazione chimica; creano un sottile biofilm (spessore) di protezione all’interno delle tubazioni, prevenendo quindi corrosione e incrostazioni; ovviamente è testata la loro innocuità per la salute dell’uomo, i polifosfati vengono impiegati anche nell’industria alimentare
Esistono numerose strade per eliminare o ridurre il problema del calcare nell’acqua: addolcitori o filtri anticalcare, ogni tipologia si adatta ad un caso specifico quindi non c’è un filtro anticalcare “migliore” in assoluto rispetto ad un altro. Da ricordare che le caldaie risentono del calcare come la causa di maggiori guasti e malfunzionamenti, motivo per cui è importante cercare di prevenire il problema! Anche nel DPR 74/2013, che tratta i temi manutenzione e controllo di impianti di riscaldamento e climatizzazione, si fa riferimento alla durezza dell’acqua, con i limiti di 25 °F per impianti di riscaldamento e 15 °F per impianti per acqua calda.
Altri consigli generali sulla manutenzione delle caldaie, fai-da-te e ciò che deve fare un tecnico abilitato, sono spiegati nel nostro articolo: manutenzione-caldaia.