Oggi il mercato dei climatizzatori fa uso su larga scala del gas refrigerante R-32, che ha sostituito quasi per intero il vecchio gas R-410A, a causa dei problemi ambientali (elevato GWP, Global Warming Potential, potenziale di riscaldamento globale).
Il gas R-407C è una miscela di idrocarburi, per l’esattezza R-32 (CH2F2) al 23%, R-125 (CF3CHF2) al 25% e R-134A (CF3CH2F) al 52%. GWP complessivo pari a 1774.
R-407C è in realtà un caso specifico del gas R407, che si può dividere nelle miscele R407A, R407B, R407C. Entrambe simili, cambiano le percentuali dei gas citati prima (R32, R125, R134A): per la miscela R407A queste percentuali sono 44%, 25% e 4%, per la miscela R407B sono 70%, 70% e 20%, per la miscela R407C come già detto sono 23%, 25%, 52%.
In generale, tutte le serie del tipo R4xx e R5xx, si ha una miscela di gas refrigeranti e le lettere (es. A, B, C) identificano miscele con diverse percentuali di questi gas che li compongono.
Si tratta dell’evoluzione di un gas simile, il gas R-22, monoclorodifluorometano, fuori legge dai primi anni 2000 a causa dell’impatto ambientale; il gas R-22 è stato sostituito principalmente dal gas R-410A e anche da questa miscela, R-407C, poi a partire dal 2010 è prevalso il gas R-32; quest’ultimo obbligatorio dal 2025, secondo il regolamento UE 517/2014:
dal 2025 è vietato l’uso di gas refrigeranti con GWP maggiore di 750 *
* per gli impianti di condizionamento nuovi, ad eccezione di quelli con meno di 3 kg di gas refrigerante.
R-32 presenta GWP pari a 675 mentre gli altri gas hanno tutti GWP superiore, quindi al momento è l’unica soluzione.
Al momento dunque è chiaro che negli impianti di climatizzazione e riscaldamento la scelta più diffusa è il gas R-32. Almeno in ambito residenziale e nella maggior parte degli ambiti commerciali e industriali, salvo esigenze specifiche, questa è la soluzione.
Il gas R-407C trova ancora applicazione ad esempio nelle soluzioni di climatizzazione nautica, raffrescamento a media/alta temperatura.
Precisiamo ovviamente che il regolamento UE 517/2014 citato prima, che di fatto vincola la scelta verso il gas R-32, è un regolamento UE! Al di fuori dell’Unione Europea, quindi a livello globale, i vecchi gas refrigeranti trovano ancora applicazione.
Una soluzione futura si potrà avere dai cosiddetti “refrigeranti di quarta generazione”, HFO (IdroFluoroOlefine), derivati dal gas propano (CH3CH2CH3). Un aspetto chiave è la loro instabilità chimica, reagiscono e si decompongono facilmente una volta messi in circolo in atmosfera, per questo motivo non creano accumulo, effetto serra e non danneggiano lo strato di ozono (dato che non contengono cloro, a differenza degli HFC, idrofluorocarburi). Un esempio è il gas R1234yf, già usato in ambito automotive, dato che i nuovi veicoli non possono più impiegare R134A, in seguito alle nuove normative europee per l’ecosostenibilità. Il gas R1234yf è leggermente infiammabile quindi richiede una strumentazione specifica, presenta GWP minore di uno quindi enormemente più ecologico degli altri. Alternative simili sono R1234ze, R1233zd.
Infine un video, breve confronto fra i principali gas refrigeranti: