Oggi è sempre più diffuso l’uso di un secondo contatore, dedicato esclusivamente alle pompe di calore. Per le utenze con pompa di calore, si può scegliere una delle seguenti soluzioni: singolo contatore oppure contatore dedicato.
Indipendentemente dal tipo di apparecchiature installate, si fa uso di una delle due tariffe disponibili, per tutte le utenze domestiche. Il conteggio dell’energia consumata avviene quindi tramite un solo contatore, quello principale, il quale non distingue i consumi dei cosiddetti “usi obbligati” (luce, elettrodomestici, ecc.) da quelli imputabili alla sola pompa di calore. La tariffa utilizzata è quindi la stessa dei cosiddetti usi obbligati, ovvero la tariffa D2 o la tariffa D3, a seconda della potenza impegnata.
Le altre due componenti di costo (quota fissa e quota di potenza) sono applicate sia agli usi obbligati che alla pompa di calore, in uguale misura dato che la tariffa è invariata e la potenza impegnata viene stabilita sullo stesso contatore.
Sia per la tariffa D2 che per la D3 il prezzo dell’energia (€/kWh) è legato a fasce di consumo, espresso in kWh per anno, ed è crescente all’aumentare dei consumi.
Le fasce di consumo (kWh/anno) sono quattro (i prezzi indicati ovviamente sono indicativi e possono variare):
Risulta evidente che la pompa di calore e i relativi consumi, possono facilmente collocare l’utenza in una delle fasce con costi maggiori.
Secondo la “Deliberazione 19 aprile 2010 – ARG/elt 56/10”, alla pompa di calore viene riconosciuto lo stato di soluzione che “consente al contempo il conseguimento di obiettivi di risparmio d’energia primaria, d’incremento nell’utilizzo di energia rinnovabile e di contenimento delle emissioni climalteranti, caratterizzandosi quindi come tecnologia atta a fornire un contributo al raggiungimento del cosiddetto obiettivo 20-20-20 definito a livello di Unione Europea”. Per incentivare ciò, è possibile richiedere un secondo contatore, con fornitura di energia elettrica a costo inferiore.
L’uso di un secondo contatore consente di gestire separatamente i consumi della pompa di calore dagli usi elettrici obbligati, dove la tariffa per la pompa di calore è diversa da quella per gli usi obbligati. Infatti, mentre i primi vengono misurati dal primo contatore con tariffa obbligatoria D2, ai consumi della pompa di calore, contabilizzati sul secondo contatore, è applicata la tariffa “Usi Diversi”, indicata con la sigla BTA. Si avranno quote fisse, potenze impegnate e prezzi dell’energia diversi per i consumi obbligati e quelli della pompa di calore.
Come per la D2 e la D3, anche la BTA cambia a seconda della potenza richiesta ma, a differenza delle tariffe domestiche, questa è caratterizzata da un prezzo dell’energia inferiore e con andamento lineare. Questa soluzione diventa quindi molto più conveniente della prima, soprattutto nel caso di consumi elevati.
L’unico elemento di criticità rispetto alle tariffe domestiche è attribuibile a costi fissi maggiori che, in realtà, incidono negativamente sul costo finale della bolletta elettrica solo nel caso di bassi consumi.
Le tariffe “Usi Diversi”, destinate alla pompa di calore, sono le seguenti in base alle fasce di potenza impegnata:
In media per l’installazione del secondo contatore si spendono circa 500 euro. Inoltre, nel caso di utenze non domestiche (es. alberghi, uffici e servizi) e contatore centralizzato in un condominio, la soluzione è già di tipo BTA quindi conveniente per l’alimentazione di un sistema in pompa di calore.
Il secondo contatore è convieniente quando:
In tutti gli altri casi generalmente conviene il solo contatore. Il nostro consiglio è quello di valutare attentamente prima di decidere.
Ipotizziamo una quota di consumi obbligati di 2700 kWh/anno (media Italiana).
Oggi è noto che stiamo andando sempre di più nella direzione dell’elettrificazione, anche per quanto riguarda il riscaldamento. Dal 2040 sarà vietata la vendita di nuove caldaie a condensazione (la data è stata cambiata più volte dalla normativa, prima 2040 poi 2029 poi nuovamente 2040, pertanto si consiglia di seguire gli ultimi aggiornamenti), gli impianti di riscaldamento a pompa di calore avranno quindi un ulteriore crescita e anche dovranno soddisfare una richiesta energetica in aumento.
Vediamo i vantaggi principali della pompa di calore:
Inoltre, la pompa di calore è una tecnologia rinnovabile (quindi abbandonare il consumo di gas, benefici sia economici che ambientali) che, grazie all’uso dell’energia elettrica, permette di convertire in modo molto efficiente (e non con il rapporto 1:1 tipico di una semplice resistenza elettrica) l’energia elettrica in calore.
La pompa di calore è molto efficiente! Vediamo come funziona una pompa di calore. In termini semplici funziona come un frigorifero ma al contrario, l’energia termica viene raccolta gratuitamente da una sorgente esterna, per essere poi trasferita all’interno dell’ambiente sotto forma di calore; questa quantità è di molto superiore all’energia elettrica che viene richiesta per il suo funzionamento. Questo valore di efficienza viene indicato con COP (coefficiente di prestazione), che è il rapporto fra l’energia prodotta (sotto forma di kW termici) e l’energia consumata (sotto forma di kW elettrici). Dunque rispetto al concetto di rendimento, che ha massimo teorico pari a 1, con le pompe di calore è possibile raggiungere valori di 3 o 4, talvolta anche superiori. I valori di COP ed EER non sono fissi ma variano a seconda delle condizioni (temperatura esterna, temperatura interna ecc, quindi non solamente in base allo specifico impianto); per questo motivo, per i climatizzatori a pompa di calore (è una pompa di calore di tipo aria/aria) viene calcolata la media stagionale di questi valori (approfondimento: SEER e SCOP condizionatori). In alcuni casi può essere conveniente usare il climatizzatore per il riscaldamento, piuttosto che un’altra soluzione di riscaldamento dedicata.
Come vengono calcolati COP ed EER (si può dimostrare che COP=1+EER): la sigla COP va riferimento al riscaldamento, EER è l’analogo invece per il raffreddamento.
Questo cosa significa? Vediamo un esempio! Dato che COP è dato dalla potenza termica generata diviso la potenza elettrica fornita, supponiamo un impianto che richieda 1,5 kW di energia elettrica per funzionare e produca 5,25 kW di energia termica per riscaldare il nostro ambiente interno. Il COP in questo caso è pari a 5250/1500 = 3,5.